Cosa rispondi alla domanda “Dio esiste”? – B-log(0) :B-log(0)

Leggendo “L’illusione di Dio” di Richard Dawkins mi sono imbattuto in una sua classificazione davvero interessante delle convinzioni umane rispetto alla domanda “Dio esiste”?

Ho pensato di rielaborare e mettere in immagine questo schema, dateci un’occhiata:

Personalmente io mi sento un “ateo di fatto” molto vicino alle posizioni dell’”ateo convinto”.
Mi spiego: dato che l’ateismo non è una fede, l’uso esclusivo della ragione non può spingere alla certezza assoluta che una certa cosa non esista. Allo stesso tempo però nello spettro delle probabilità non si può dare il 50% di possibilità all’esistenza del Dio cristiano, una volta messi assieme tutti gli indizi a suo sfavore anche l’avvocato  delle cause perse Taormina si arrenderebbe al fatto che la posizione religiosa è effettivamente indifendibile. Non voglio parlare ancora delle mie idee, messe tutte nero su bianco in un precedente articolo (Dio non esiste), ma lo schema di Dawkins è comunque interessante e degno di spenderci qualche parola:

Prima di tutto: cos’è il teismo?

Il teismo è una posizione secondo cui esiste una o più entità divine che trascendono l’uomo. Questa entità è caratterizzata da una propria volontà e spesso influisce nel mondo terreno tramite miracoli, conversioni e pentimenti.  I cristiani, gli islamici e tutti i credenti “canonici” sono quindi dei teisti.

Cos’è invece il deismo?

I deisti contestano le rivelazioni su cui si fondano le varie confessioni religiose e spesso combattono le Chiese “umane”, si riferiscono a Dio solo come base indispensabile a spiegare l’ordine, l’armonia e la regolarità nell’universo. Questa filosofia è sempre più forte in occidente e raccoglie la quasi totalità degli scienziati cosiddetti “credenti”, e più in generale permette a chiunque di realizzarsi una personale “religione” in cui ognuno crede a ciò che ritiene più giusto.

Vi sentite “deisti”? Allora non siete cristiani, sappiatelo.

Una parentesi molto importante riguarda l’agnosticismo. Dawkins ne indica due diversi tipi, quello “imparziale” e quello “permanente”.
L’agnostico imparziale sarebbe una persona che ritiene l’esistenza o inesistenza di Dio assolutamente equiprobabili, e quindi generalmente vive la sua vita come meglio può seguendo precetti religiosi se li ritiene giusti ma allo stesso tempo fregandosene quando li ritiene scorretti. Comportamento comprensibile, ma come si può ritenere l’esistenza di una divinità egualmente probabile alla sua non esistenza, se non si ha fede? Chiaro che se una persona ha fede può anche essere certo della presenza divina, bypassando ogni tipo di ragionamento razionale, ma per un agnostico non ci sono scuse, questa posizione equiprobabile sembra più quella di una persona che ha paura di fare un serio ragionamento indipendente e si lascia trascinare dalle credenze popolari, dando loro un buon 50% di valore anche se completamente prive di alcuna prova tangibile (anzi).

Passiamo agli agnostici pemanenti, cioè quelle persone che, una volta accertata l’impossibilità di avere certezze sull’esistenza o inesistenza di Dio, ritengono giusto astenersi completamente dal giudizio e non discuterne nemmeno. Secondo me è pura follia, e per farmi capire meglio cito il famoso paradosso della teiera celeste di Bertrand Russel :

Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c’è una minuscola teiera di porcellana in orbita attorno al Sole, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi. Ma se io dicessi che – dato che questa mia asserzione non può essere confutata – dubitarne sarebbe un’intollerabile presunzione da parte della ragione umana, ovviamente si penserebbe che sto dicendo fesserie. D’altra parte se l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità ed instillata nelle menti dei bambini a scuola, l’esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all’attenzione dello psichiatra in un’età illuminata o dell’Inquisitore in un tempo antecedente.

Essere agnostici e disinteressarsi della teiera perchè “non si può dimostrarne l’inesistenza” è ridicolo e sbagliato, soprattutto quando i sostenitori della teiera lapidano i non credenti nella teiera, o quando costoro si dividono e si fanno guerre in base al colore della teiera a cui credono oppure si uniscono e fanno lobby per decidere le leggi dello stato a favore del tè in teiera invece che quello in bottiglia.

Non so se mi sono spiegato.