C’è vita senza luce e ossigeno – B-log(0) :B-log(0)
Non ha fatto grande scalpore a livello mediatico ma una recente notizia conferma ancora di più quanto siano incredibili e impensabili le strade che la natura e l’evoluzione possono percorrere.
In breve: in un lago super salato in Antartide è stata scoperta una comunità batterica che vive completamente isolata da un spesso strato di ghiaccio, senza ossigeno, senza luce e a 12 gradi sotto zero.
Più precisamente questi batteri vivono da almeno 3000 anni alla temperatura di −11,6 °C e a una profondità di 15,8 metri, e sono immersi in una salamoia, cioè in una soluzione acquosa di sale vicina alla saturazione (contenente cristalli di sale o sale prossimo alla cristallizzazione).
“Chissenefrega“, direte voi, “lasciamo quei batteri con la loro sicuramente non insipida vita e continuiamo per la nostra strada, ho l’acqua che mi bolle in pentola“.
Chissenefrega un corno!
Ancora una volta la natura ci mostra che per vivere non è necessario un ambiente “ospitale” come quello in cui ci siamo sviluppati noi esseri umani.
Finora infatti si è sempre pensato che ossigeno e luce fossero indispensabili alla vita.
Proprio per questo, infatti, quando si cercano altre forme di vita ci si concentra sui pianeti più simili alla Terra, quelli con una stella alla “giusta” distanza per avere l’acqua e una temperatura in cui un essere simil-terrestre potrebbe evolversi.
Peccato che negli ultimi anni si sta sempre più capendo che la vita potrebbe nascere ed evolversi anche in ambienti completamente diversi, in modi che noi non riusciamo ancora a comprendere (probabilmente perchè la chimica con cui questi “esseri” sopravvivono non ha emuli sulla Terra).
Noi uomini in fondo siamo come un pesce rosso che dalla propria tranquillissima palla di vetro cerca di scoprire se esistono altri pesci al di fuori. Il pesce cercherebbe altre palle di vetro simili, perchè solo in una palla di vetro come la sua ogni tanto cadrebbe cibo dal cielo con cui sfamarsi!
Noi siamo come quel pesce idiota, noi non riusciamo nemmeno ad immaginare in che modi assurdi si possa evolvere la vita, e vediamo l’universo da un punto di vista molto limitato: il nostro.
Quindi diamo il benvenuto a questi nuovi batteri duri a morire e abbassiamo le arie: non siamo un caso eccezionale nell’Universo, siamo solo una delle miliardi di possibili evoluzioni che potevano comparire in 13,5 miliardi di anni… e non è nemmeno detto che siamo una delle migliori (visto come stiamo sporcando l’acqua della nostra palla di vetro spero proprio che la natura abbia partorito di meglio, da qualche parte…)
Articolo “Le Scienze”
Articolo ufficiale su PNAS