Omeopatia: mito e leggenda (4) – B-log(0) :B-log(0)
Quasi un anno dopo il fattaccio che ha reso famoso questo blog per un paio di mesi (la minaccia di denuncia da parte della multinazionale Boiron), mi sembra giunto il momento di terminare gli articoli sull’omeopatia, che ne dite?
Nei precedenti post (che trovate qui) si è già discusso approfonditamente di come sia fisicamente e chimicamente IMPOSSIBILE che l’omeopatia abbia degli effetti curativi sul corpo umano che siano diversi da quello di un bicchiere di acqua, ma si è discusso ben poco degli effetti psicologici che in realtà rendono POSSIBILE alcuni “miracoli” omeopatici che tante persone sperimentano ogni giorno sulla propria pelle.
Sia ben chiaro, questi risultati “miracolosi” si possono raggiungere anche dando acqua ai pazienti al posto dei “farmaci” omeopatici, quello che conta è COME si somministra questo innocuo preparato e in che modo il paziente reagisce ad esso.
Effetto placebo
Il semplice fatto di sottoporsi a una forma qualunque di terapia giova ai pazienti.
Non si sapeva per quale motivo funzionasse, ma questo effetto è stato usato con successo da secoli, basti pensare ai santoni e ai dottori di secoli fa che riuscivano a guadagnarsi la fiducia del popolo “curando” i pazienti con metodi che oggi sappiamo essere poco utili o addirittura dannosi.
Ma adesso, che siamo nel XXI secolo, abbiamo capito cos’è questo effetto placebo?
La parola “placebo” deriva dal latino placere che in italiano viene tradotto come piacerò, nel senso che si tratta unicamente di un modo per compiacere le aspettative del paziente.
Solo da pochi decenni si stanno facendo dei seri studi a riguardo, studi che stanno dando risultati molto interessanti e dimostrano una volta per tutte che l’effetto placebo non è esclusivamente psicologico, infatti l’aspettativa dell’evento benefico mette in moto una serie di reazioni neurochimiche che portano alla liberazione di endorfine, ormoni e mediatori chimici.
Questi mediatori sono in grado di influenzare in senso terapeutico importanti attività fisiologiche come la percezione del dolore, il controllo dell’attività respiratoria, la personalità, la risposta immunitaria.
Una lunga serie di studi sembra indicare (non c’è ancora nulla di certo) che una componente fondamentale nello scatenare il placebo è soprattutto l’interazione con il medico e lo stesso “setting terapeutico”. Di recente per esempio un’ampia rassegna su Psychosomatic Medicine e uno studio su Plos One (cito OggiScienza) hanno dimostrato che mettere il paziente in una situazione medica simulata (anche rendendo palese che la terapia somministrata non ha alcun effetto terapeutico) può provocare una remissione dei sintomi.
A conferma dell’esistenza dell’effetto placebo si è inoltre riscontrata l’esistenza dell’effetto opposto, l’effetto nocebo: se il trattamento è effettuato in un ambiente ostile o da personale che lascia intravedere effetti spiacevoli, si può osservare che paziente sperimenta uno stato di malessere che può mimare gli effetti indesiderati di un farmaco.
Omeopatia e placebo
Dopo aver dimostrato che l’omeopatia non ha alcun principio fisico che ne spiega il funzionamento e una volta capito cos’è l’effetto placebo… ci sono ancora dei dubbi o possiamo trarre le dovute conclusioni?
L’omeopatia è un eccezionale esempio di come il placebo possa avere effetti benefici sulle persone, almeno in certe malattie non particolarmente gravi in cui il paziente può guarire senza l’uso di farmaci “veri”.
Molti si offendono quando gli si fa notare la forza del placebo… dicono “non è vero, io non sono suggestionabile!!”, ma qui non si parla di suggestione, non bisogna essere psicologicamente deboli per provare gli effetti del placebo, basta essere UMANI.
Alla fine, a pensarci bene, usare l’omeopatia è come curarsi con i metodi del medioevo: prendi qualcosa e stai meglio perchè il tuo corpo reagisce autonomamente convinto di essere “aiutato” da un farmaco che in realtà non ha alcun potere. Dopo tutto anche nel medioevo riuscivano a guarire da molte malattie (però attenzione che l’età media era attorno ai 30 anni (link))…
Cerchiamo di capire come gli omeopati usino abilmente l’effetto placebo.
Per farlo bisogna osservare il loro comportamento nei confronti del paziente, che viene trattato “con i guanti” e aiutato più che altro a livello mentale. L’omeopatia non è solo mandar giù una pastiglia, è tutto un insieme di riti propiziatori e abitudini da mantenere che convincono il paziente di essere di fronte ad un medicinale avanzatissimo e potente che lo farà stare sicuramente meglio.
Ecco un’immagine che ho estratto da un simpatico libro-fumetto pro-omeopatia (qui il link al libro):
Sono dei “consigli per l’uso” assolutamente insensati (non usare il balsamo alla menta???), ma utilissimi per creare una forte aspettativa nel paziente. A me ricordano tantissimo le preghiere recitate a memoria dalle vecchiette in Chiesa… sono abitudini che danno fiducia e, pur nella loro totale inutilità, rassicurano e fanno stare meglio.
Il medico omeopata può restare anche un’ora con un paziente, facendo mille domande e comportandosi più da psicologo che da vero medico. Ma per moltissime malattie non serve un vero medicinale, serve qualcuno che tranquillizzi il malato e gli dia fiducia, in modo che si ponga nel modo giusto verso la malattia, affrontandola con serenità e guarendo… da solo!
Ma se “funziona”… perchè sei contrario?
I motivi sono molteplici:
– perchè allontana la gente dalla medicina classica che è indispensabile quando ci sono le VERE malattie. Le compagnie che vendono questi rimedi e quasi tutti gli omeopati cercano in ogni modo di mettere in cattiva luce la medicina tradizionale cercando di incrementare i propri guadagni. E purtroppo tantissime famiglie curano i propri figli ESCLUSIVAMENTE con rimedi omeopatici. Anche per le malattie più gravi. E dato che il corpo umano riesce spesso a guarire da solo (dopotutto gli antibiotici sono un’invenzione molto recente), per quanto tempo aspetteranno che peggiori una malattia prima di tornare ai medicinali che agiscono veramente sull’organismo e non solo sulla mente?
Esempio1: le statistiche dicono (cito Ben Goldacre) che metà degli omeopati sconsiglia ai propri pazienti le vaccinazioni contro le malattie infantili!
Esempio2: il sito Omeopatianet propaganda articoli in cui si sponsorizzano rimedi omeopatici per curare il cancro AL POSTO dei rimedi tradizionali (link)!
– perchè nelle farmacie e negli ospedali si devono usare metodi scientifici per curare il paziente. Se permettiamo che si somministrino e vendano queste costosissime “pozioni” senza alcun controllo quale sarà il prossimo passo… gli amuleti? Hanno esattamente la stessa efficacia dell’omeopatia… perchè escluderli?
E “scientifico” non vuol necessariamente dire che il meccanismo di funzionamento è perfettamento chiaro e spiegato… ma almeno i risultati devono essere evidenti, ripetibili, misurabili. Questo non accade con l’omeopatia.
– perchè la gente può “curarsi” come preferisce, ma uno Stato serio deve difendere i più deboli ed evitare che grosse multinazionali possano lucrare sulla credulità popolare. Se poi queste persone vogliono davvero usare questi rimedi che se li comprino, ma NON nei luoghi “sacri” della salute: ospedali e farmacie.
– perchè sostituire un vero dottore con un omeopata, spesso non laureato, ci riporta al Medioevo. E negli ultimi secoli la medicina ha fatto dei miracoli, raddoppiando la nostra aspettativa di vita!
– perchè è possibile avere gli stessi effetti “psicologici” che si ottengono tramite rimedi omeopatici anche con le medicine tradizionali: bisogna che i medici imparino ad essere più vicini al paziente, perchè per curare il corpo bisogna anche saper curare gli aspetti mentali di un paziente, e spesso questi ultimi nelle piccole malattie sono più importanti di quelli fisici.
Ovvio che se pagassimo il medico della mutua come si paga un omeopata, vedremmo tutto un altro atteggiamento! (ergo: se non siete soddisfatti dei risultati della medicina tradizionale… cambiate medico, non la medicina!)
– perchè diffondere delle pseudoterapie e delle cure che in realtà non curano niente è pericoloso tanto quanto permettere che la gente inizi a prendere decisioni basandosi sui consigli delle cartomanti.
– perchè la vera scienza evolve rapidamente, l’omeopatia invece in due secoli non ha subito praticamente alcun aggiornamento, e questo la rende simile ad una religione, con i propri ripetuti dogmi e con l’inflessibile fede in qualcosa di imprecisato che però sentiamo essere vero.
Nessuno vuol negare il diritto di credere, ci mancherebbe. Ma non è accettabile che qualcuno venda l’acqua di Lourdes in farmacia o qualcun’altro faccia lobbying cercando di farla passare dal servizio sanitario nazionale…
Per concludere: l’omeopatia non ha effetti diversi dal placebo, è anti-scientifica, è pericolosa perchè spinge la gente lontano dalle cure vere, è uno spreco di denaro e non ha alcun beneficio rispetto ai medicinali tradizionali.
Ho diversi dubbi sulla memoria dell’acqua. Quando mi vede, non mi saluta mai.
Riferimenti e approfondimenti
Skeptical Inquirer: the difference between Hahnemann and Darwin
Big Placebo di medbunker
GUNA “ricatta” lo Stato per avere leggi a favore dell’omeopatia (il Sole 24 ore)
Libro (pdf) sponsorizzato “GUNA” a favore dell’omeopatia
si citano solo studi pro-omeopatia, anche se molti di essi sono stati iper criticati dalla comunità scientifica.
Se l'effetto dei vari placebo tradizionali (allopatici)Â o alternativi (medicine alternative) risulta comunque vantaggioso per un individuo che sta male si potrebbe valutare positivamente il suo utilizzo, purché il terapista che ne faccia uso sia conscio di come funziona il placebo che sta consigliando e purché lo faccia nell'esclusivo interesse del paziente. Diverso è il caso di chi invece lo fa ignorando il potenziale del placebo ed il suo meccanismo d'azione. Poiché il paziente placebotrattato probabilmente starà momentaneamente meglio, il terapista ciecamente convinto dell'efficacia della cura che sta dando, anche se priva in realtà di qualsiasi documentazione scientifica, potrà involontariamente ritardare un approfondimento diagnostico magari decisivo o l'attuazione di una terapia già disponibile validata da oggettive dimostrazioni di efficacia. Ci si entusiasma spesso di fronte a eventi non controllati e che, quando indagati in modo appropriato, fanno perdere ogni entusiasmo.