A proposito di falsi attentati – B-log(0) :B-log(0)

Ha iniziato a parlarne anche “Il Giornale”, quindi ormai lo si può dare ormai per certo, l’attentato contro il direttore di Libero Maurizio Belpietro del 1 ottobre era un totale falso.

1 ottobre: tutti gridano all’attentat

L’articolo contro l’attuale direttore di “Libero” e il suo caposcorta, datato 28 dicembre, si intitola “Agguato a Belpietro, i dubbi degli inquirenti, il caposcorta verso l’incriminazione” e lo potete leggere cliccando qui.

Riassumento, il Giornale parla di attentato bufala organizzato dal caposcorta (forse troppo stressato!)… tante incongruenze, totale mancanza di prove e filmati delle decine di telecamere, nessuna via di uscita agibile per il fantomatico attentatore, sparito nel nulla come in un film… tra i magistrati e anche tra i poliziotti circola il convincimento che l’agente di tutela di Belpietro si sia inventato tutto.

Nel frattempo, Belpietro ha potuto sparlare per mesi e “vantare” la sua situazione di pericolo come una medaglia al valore, che solo i giornalisti “scomodi” possono avere.

Per questo motivo, ricordiamo i titoli di “Libero” di quei giorni.
E ridiamo per non piangere:

1 ottobre: “Attenti all’odio”? Ridicoli

2 ottobre: siamo al limite del ridicolo

8 ottobre: ecco, superato il ridicolo, ampiamente

“Scusate se sono vivo”, aveva titolato Libero pochi giorni dopo il presunto attentato, non appena qualche giornalista un po’ più furbo e onesto aveva iniziato a scrivere dei dubbi sul falso attentato alla vita di Belpietro.

[fbshare]Anzi, peggio ancora, Belpietro aveva trovato il tempo di paragonarsi a Saviano, scrivendo che “Io come Saviano sono un recluso per quello che scrivo”… e non dimentichiamoci come Libero abbia poi cavalcato per settimane quest’attentato buttando la colpa sui soliti “mandanti morali”, cioè naturalmente il popolo viola, la sinistra, Di Pietro.

Ora lentamente la verità sta venendo a galla, peccato che nel frattempo Belpietro si sia martirizzato in diretta tv davanti a milioni di italiani, presenziando da Vespa e a Matrix, piangnucolando intervistato da tutti i quotidiani e settimanali più in voga.

Leggiamo i titoli di Libero di quei giorni per ricordarci di quanto sia facile manipolare l’informazione e la testa degli italiani partendo da un evento completamente inventato.

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«Io come Saviano. Sono un recluso per quello che scrivo». Il direttore di «Libero»: la mia scorta sempre con me.