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Draquila – il film di Sabina Guzzanti

Ho visto Draquila-l’Italia che trema, il film/documentario di Sabina Guzzanti presentato pochi giorni fa a Cannes.

Prime impressioni a caldo: ben realizzato, mai noioso, punta giustamente il dito contro l’uso e l’abuso delle catastrofi.

Seconda impressione a freddo: un’occasione sprecata.

Iniziamo dai meriti della Guzzanti.
Il film ha ottimi spunti su tre argomenti:

  1. L’analisi delle raffinate tecniche di comunicazione e marketing che usa Berlusconi per risollevare la fiducia del paese nel governo e (soprattutto!) nella sua persona.
    L’abilità berlusconiana nell’affabulare e convincere il prossimo è incredibile, ogni parola e ogni azione è perfettamente pensata e studiata con un preciso obiettivo. Casualmente e fortunatamente questo obiettivo stavolta è coinciso con la rapida ricostruzione dell’Aquila, usata come mezzo per distogliere l’attenzione dell’Italia dalle mille magagne uscite qualche mese prima. Tutta la gestione dell’emergenza è un grande romanzo scritto da Berlusconi e fornito alle TV di sua proprietà, ben propense a far trapelare la sua verità e il suo racconto agli italiani.
  2. Il tentativo di trasformare la protezione Civile in un’arma del governo al di sopra della legge, per mezzo di uno stato costante di emergenza o di “grande evento”, momenti in cui Bertolaso e Company potevano muoversi senza badare alle leggi, costruendo e gestendo soldi pubblici senza chiedere il permesso a nessuno.
  3. La politica dell’abbandono del centro dell’Aquila (dove è vietato l’ingresso e dove non è stato messo un soldo nella ricostruzione) a favore delle new town con speculazione edilizia in stile Milano2 con tanto di spumante presidenziale. Se ne parla poco e le TV hanno il permsso di inquadrare solo le nuove casette made by Silvio, ma il centro dell’Aquila, una delle 20 più belle città italiane, è abbandonato e in stato di degrado.

Passiamo ai CONTRO.

La Guzzanti spesso esagera e passa da una sana analisi e osservazione dei fatti ad una poco credibile ricostruzione di fatti che con l’Aquila e il terremoto centrano ben poco (e anche se c’entrassero, non c’è il ben che minimo straccio di una prova).

Che Berlusconi abbia avuto contatti con la Mafia è probabile se non certo (basta guardare alla storia dei suoi fidati collaboratori Previti e Dell’Utri, per esempio). Ma cosa c’entra Ciancimino figlio con il terremoto? Nulla, a meno di stiracchiare delle connessioni Ciancimino-Mafia-Milano2-AppaltiEdilizi-Ricostruzione dell’Aquila-Bertolaso-Berlusconi. Non basta.

Che  Berlusconi abbia rubato e continui a farlo è probabile se non certo, ma mentre ruba a volte riesce anche a fare qualcosa, e il veloce intervento con le tendopoli e la rapida costruzione delle case in Abruzzo sono un fatto a cui bisognerebbe dare merito, per essere oggettivi e non solo contro di lui.

Insomma, con un occhio in più per i fatti e uno in meno per Berlusconi ne avrebbe giovato l’intero film, che per persone meno abituate agli scandali italiani può sembrare troppo partigiano e quindi perdere in credibilità.

Impressioni finali: Divertente, Doloroso, Disarmante ma un po’ Demagogico.
Voto finale: 6.5 (scaricatelo)