Bottino Craxi: santo subito? – B-log(0) :B-log(0)

Eroe o ladro?

Continuare ininterrottamente a ripetere una menzogna non trasforma un’affermazione falsa in una verità.

Almeno questo è quello che credevo prima di assistere all’opera di santificazione di Bettino Craxi nelle scorse settimane, una riabilitazione totale, anzi, un’esaltazione dello “statista” che avrebbe portato l’Italia in vetta al mondo negli anni ’80. Ogni TV, pubblica o privata, la quasi totalità dei giornali e dei politici, tutti insieme appassionatamente hanno deciso di convincerci della grandiosità di quest’uomo, fuggito dall’Italia per evitare di essere processato per reati che lui stesso ha ammesso di aver compiuto.

Sembrano barzellette, ma siamo in Italia, ormai non ci si stupisce più di nulla e passate queste settimane ormai si è stabilito che Craxi è un martire, dobbiamo farcene una ragione.

Io credo che compito di ogni cittadino onesto sia cercare di informarsi al meglio per superare la barriera di menzogne che ogni giorno la TV ci lancia addosso, e in questo post io cerco di fare la mia parte, postando informazioni assolutamente vere e incontestabili, dei fatti su cui ognuno può farsi una sua idea. Ovviamente io ho la mia opinione e la sottolineo, poi ognuno ci ragioni con la sua testa.

Per cercare di fare un’analisi seria e oggettiva sull’uomo e sugli atti di Craxi nei suoi 10 anni di potere dobbiamo dimenticare tutto quello che abbiamo sentito su Mediaset (salvata negli anni 80 da Craxi e quindi ovviamente di parte), sulla RAI (stracolma di ex-socialisti) e le parole dei vari politici (sia a destra che sinistra si trovano decine di reduci della prima Repubblica e anche dal PSI stesso, come Frattini, Cicchitto e Brunetta).

Famosissima prima pagina di “Cuore”

Per tentare di capirne qualcosa di più, ripartiamo dalle azioni di Craxi e del PSI negli anni 80 fino al periodo di Tangentopoli.

Se l’epilogo più o meno lo conosciamo tutti (e in fondo al post vedremo le condanne che ha ricevuto), ben pochi sanno cosa fece il primo Presidente nel Consiglio socialista negli anni in cui ha dominato la scena politica: dal 1983 al 1992.

A distanza di oltre 20 anni possiamo elencare alcune buone mosse di politica interna ed estera di Craxi, che portarono a:

-) Calo dell’inflazione dal 16% al 4% con la “scala mobile”

-) Netta crescita dei salari e del reddito del paese

-) Opposizione al nucleare patrocinio del referendum che ne ha vietato la realizzazione

-) Lotta all’evasione fiscale, con introduzione dello scontrino fiscale

-) Difesa dell’Argentina contro l’Inghilterra per le Falkland e atteggiamento pro-palestinesi nel conflitto con Israele.

D’altra parte vediamo altre decisioni meno lodevoli, ne segnalo alcune:

-) Concordato con la Chiesa cattolica che da allora inizia ad ottenere l’8×1000 pur abbandonando la nozione di “religione di stato”

-) Crescita rapidissima del rapporto debito/PIL: dal 70% al 100% in pochi anni: se l’Italia oggi spende 80 miliardi di euro all’anno di SOLI INTERESSI è in gran parte colpa di quegli anni di spese incontrollate (fonte)!

-) Politica estera pro-USA, vengono installate basi missilistiche in territorio italiano

-) Salvataggio di Fininvest del grande amico Berlusconi, tramite il cosiddetto “decreto Berlusconi”, che salvò Canale 5, Rete 4 e Italia 1 dal tracollo economico.

-) iniziatore della moda di candidare in Parlamento personaggi famosi: Gerry Scotti e Massimo Boldi (!), Giuliano Ferrara e Baget Bozzo…

Faccio notare che

nell’escalation del debito ebbe il suo bel peso l’aumento dei costi delle opere pubbliche dovuto alle tangenti, scoperte grazie a Mani Pulite: quei costi, in seguito alle indagini, crollarono di botto. Un chilometro di metropolitana a Milano costava 192 miliardi, nello stesso periodo a Amburgo un chilometro di metropolitana costava 45 miliardi, meno di un quarto. In quel periodo il passante ferroviario di Milano costava 100 miliardi a chilometro e è stato realizzato in dodici anni; nello stesso periodo il passante ferroviario di Zurigo è costato la metà, 50 miliardi a chilometro, e ha richiesto la metà del tempo per i cantieri (sette anni, anziché dodici) fonte Micromega

Restando ai fatti, si può pensare il peggio di Craxi, ma non che gli mancasse la forza per agire (nel bene e nel male) piuttosto che restare immobili come troppo spesso vediamo fare ai leader dei partiti di sinistra odierni. Un esempio su tutti di questo coraggio decisionista è la famosissima crisi di Sigonella (vedi riquadro).

La crisi di Sigonella

Correva l’anno 1985, Mar Mediterraneo, ore 13: la nave da crociera italiana “Achille Lauro” si trova nelle acque egiziane. A bordo vi sono 320 membri dell’equipaggio e 107 passeggeri.

Ore 13:07: quattro terroristi irrompono nella sala da pranzo dell’Achille Lauro, dove si trova la maggior parte dei passeggeri, e iniziano a sparare.  I terroristi sono armati fino ai denti e nel giro di pochi minuti riescono ad avere il controllo completo della nave. Si sono imbarcati a Genova, con passaporti falsi,  dichiarano subito di essere combattenti dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e di volere la liberazione di 50 loro compagni detenuti in Israele.

Gli Usa hanno già deciso: nessuna trattativa con i terroristi; l’Italia invece ha ottimi rapporti con Arafat e l’OLP, che si dichiarano estranei alla vicenda e vogliono aiutare l’Italia. Dopo un primo rifiuto di scendere a patti, i terroristi minacciano di far esplodere la nave ed uccidono un cittadino americano, per giunta in sedia a rotelle, gettandolo poi in mare. A quanto pare, quest’omicidio non viene comunicato e nessuno ne viene a conoscenza fino alla fine della crisi.

Gli Stati Uniti sono pronti ad effettuare un blitz, ma Craxi decide autonomamente che la crisi dev’essere risolta attraverso la diplomazia, evitando uno spargimento di sangue: il 9 ottobre firma un’accordo per salvare tutti i passeggeri della nave in cambio della libertà dei palestinesi una volta abbandonata l’Achille Lauro.

La nave e i passeggeri sono liberi, mentre i terroristi salgono su un aereo verso la libertà.

Gli USA vengono a sapere dell’omicidio del proprio connazionale e inviano dei caccia che costringono l’aereo ad atterrare nella base americana di Sigonella, in Sicilia.

Craxi subito reagisce contattando i militari e ordinando loro che i passeggeri vengano protetti sotto la custodia delle autorità italiane, per rispettare l’accordo preso in precedenza ed evitare che i palestinesi cadano in mano americana. Appena atterrato, l’aereo viene circondato da militari italiani, a loro volta circondati da militari americani e quindi dai Carabinieri. Tra America e Italia nasce quindi una crisi senza precedenti, a Sigonella rischia di crearsi un vero e proprio scontro armato.

Partono telefonate rabbiose dagli USA, non abituati a questo comportamento da parte di paesi “alleati”, ma Craxi resiste e ottiene di processare i terroristi in Italia, facendo inoltre ripartire il pilota verso la Jugoslavia di Tito, disubbiendo ulteriormente al diktat americano ma mantenendo gli accordi precedentemente presi con Arafat e i palestinesi.

I terroristi in seguito furono tutti giustamente condannati per l’omicidio del cittadino americano (anche se il pilota, lasciato fuggire come da accordi, è stato “trovato morto” in Iraq nel 2004), e questa crisi è rimasta come una dimostrazione di forza di Craxi e uno dei pochi momenti di reale indipendenza italiana dal dominio americano.

Epilogo: mani pulite

Arriva il 1992 e succede il finimondo: il sistema politico italiano, completamente fondato su corruzione e ruberie, viene smascherato giorno dopo giorno dal pool milanese di “Mani Pulite”, di cui ricordiamo i nomi di Di Pietro, Boccassini, Colombo e Borrelli, tra gli altri.

Il 17 febbraio viene scoperto il socialista Mario Chiesa con le mani nella marmellata (7 milioni di tangente in contanti), Craxi è il primo ad accusarlo e allontanarlo dal partito, giurando fosse solo un caso isolato.

Peccato che da quel momento il numero di indagati e di confessioni salì esponenzialmente, rivelando che la tangente era diventata ormai di uso comune nella politica italiana, una specie di tassa che i privati dovevano pagare al politico di turno per poter svolgere il proprio lavoro e ottenere un determinato appalto. Praticamente un pizzo mafioso legalizzato.

Le indagini sempre più dettagliate fecero emergere anche l’esistenza di conti personali, dove venivano deviati i soldi delle tangenti che quindi non erano usati solo per finanziare il proprio partito. Lo stesso Craxi usò buona parte dei soldi intascati per acquistare appartamenti privati (a New York, a Roma), un albergo (a Roma) e fornendo 100 milioni al mese alla una stazione televisiva della propria compagna (il tutto è stato sancito dalla Corte d’Appello di Milano nel 1999).

Fu così che si arrivò all’avviso di garanzia per Craxi, il 30 aprile 1993, che causò l’immediata ed esasperata reazione della popolazione davanti all’Hotel Raphael, con sfottò e lancio di monetine (visibili nel video postato in fondo).

Oggi è facile parlare di “vergognosa reazione popolare”, di gogna mediatica, di avvisi di garanzia a pioggia… ma non ci vuole un genio per immaginare il sentimento popolare in quel periodo, il sentirsi presi in giro proprio da quelle persone che avrebbero dovuto guidare il paese e che tra l’altro non avevano alcuna intenzione di ammettere le proprie colpe, anzi!!! Basti pensare che la Camera, dopo i primi avvisi di garanzia, negò l’autorizzazione a procedere contro Craxi dandogli l’immunità. Terminato il mandato al nostro statista senza macchia né paura non si fece in tempo a ritirargli il passaporto (12 maggio 1994) che era già fuggito in Tunisia, rifugiato ad Hammamet.

Ora non si sa se ridere o piangere quando in TV sentiamo parlare di “esilio” all’estero e una triste morte lontano da casa per il povero perseguitato Craxi, quando è palese che la sua fu una fuga per evitare di affrontare l’arresto e le giusta condanna per le sue azioni illegali nel corso del precedente decennio di ruberie.

Nonostante tutto ciò bisogna ammettere che in certi casi si è esagerato. A posteriori possiamo dire che gli attacchi personali contro Craxi e la sua combriccola a volte furono molto, troppo feroci: la pratica della corruzione era talmente diffusa che probabilmente molte di quelle persone nemmeno si  erano rese conto di quanto fossero gravi le loro malefatte. Infatti non passò molto tempo prima di osservare dei suicidi (Gardini, Cagliari, Moroni) e, sempre con il senno di poi, sarebbe sicuramente stato meglio porre maggiore attenzione nella comunicazione degli avvisi di garanzia ed evitare di sbattere in cella delle persone che fino al giorno prima avevano in mano le redini della politica e dell’economia del paese (purtroppo).

Ma allo stesso tempo, come si fa a beatificare un uomo che (aprile 1993) si alzò in Parlamento a difendere orgogliosamente il sistema dei partiti e ad ammettere i finanziamenti illegali come pratica diffusa e comune, quindi lecita? Come si fa anche solo a parlar bene di una persona che attacca il “sistema corrotto” quando lui stesso era a capo di questo sistema, e ne era indiscusso leader?

Sarebbe come se il capo delle SS naziste a Norimberga avesse cercato di difendersi dicendo che “tutte le SS uccidevano gli ebrei, ovvio che lo facevo anche io, quindi sono innocente” !!

Pur restando il capro espiatorio di un sistema politico sbandato, è altrettanto certo che Craxi era colpevolissimo e non ha mai chiesto perdono, anzi ha sempre rilanciato le accuse in modo vergognoso, morendo da fuggiasco per evitare le giuste condanne che lo attendevano in patria.

Era colpevolmente a capo di un branco di ladri come lui e come tale merita di essere ricordato.

Ora vediamo in breve le sue condanne (molte indagini sono state bloccate dopo la sua morte, ma alcune hanno fatto in tempo ad essere chiarite fino in fondo).

Da spinoza.it del 20 gennaio

Condanne di Craxi

Craxi è stato condannato a (cit wikipedia):

  • 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai, confermato in cassazione;
  • 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese il 20 aprile 1999.

Per tutti gli altri processi in cui era imputato è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell’imputato (e questo fa capire quanto la nostra giustizia sia vergognosamente lenta).

Fino a quel momento Craxi era stato condannato a:

  • 4 anni e una multa di 20 miliardi di Lire in primo grado per il caso All Iberian nel 1998, pena poi prescritta in appello.
  • 5 anni e 5 mesi in primo grado per tangenti Enel;
  • 5 anni e 9 mesi in appello per il Conto Protezione, sentenza poi annullata dalla Cassazione con rinvio;
  • 3 anni in appello bis per il caso Enimont;

Craxi fu anche rinviato a giudizio nel 1998 per i fondi neri Montedison e per i fondi neri Eni.

Fermo restando che nessun personaggio storico rappresenta il male o il bene assoluto, nella scala di grigi tra questi due estremi Craxi ha sicuramente un colore molto scuro.

La buona politica di alcune decisioni è totalmente offuscata dagli errori e dal male in cui ha infilato il nostro paese, che è uscito da Tangentopoli a pezzi, con una nuova Lega Nord anti-politica (in quel periodo…) e soprattutto con un nuovo Presidente-imprenditore di cui tutti conosciamo bene le gesta.

Un paese serio non dovrebbe rimpiangere un uomo come Craxi, ma ricordarlo per evitare di ricadere nel tranello.

I manifestanti cantano,  sulle note di Guantanamera: “Vuoi pure queste (banconote)? Bettino vuoi pure queste?”

Un giovane Beppe Grillo parla del PSI nel 1986 (e per questo verrà cacciato dalla RAI)